Chiesa di S.Egidio, la “Chiesa Alta” di Laturo

Scarsissime sono le notizie storiche a riguardo, non avendo il paese alcuna importanza ed essendo abitato solo da poche anime. La sua costruzione risale intorno alla prima meta’ del 1500 e dipendeva dal Duca di Atri “in temporalibus” La prima menzione dell’esistenza di una chiesa a Laturo e’ del vescovo di Ascoli Camaiani che transita per Laturo nel 1571 durante la prima visita pastorale di un vescovo nei paesi di Valle Castellana e prega nella chiesa dedicata a sant’Egidio. Questa visita e’ seguita dalla successiva del vescovo Nicolo II di Aragona nel 1580

Il 1 maggio 1910 fu inviato quale successore di Don Giulio Travaglini, alla parrocchia di san Filippo e Giacomo di Olmeto in qualita’ di economo e di Parroco dal Vescovo Pacifico Fiorani, Don Alfredo Novelli che ebbe la ratifica della nomina dal Vescovo successivo Mons. Apollonio Maggio. La chiesa di Laturo, dipendente da quella di Olmeto, era talmente abbandonata e “misera di arredi” al punto da indire il Novelli, nella stessa giornata del suo insediamento, a pubblicare, il decreto di interdetto della chiesa. Sicuramente quest’atto suscito’ molto sconcerto tra gli abitanti che si adoperarono alacremente alla sistemazione della Chiesa. Si distinsero in modo particolare Domenico Monti, De Simone Francesco, Sabatini Egidio e Chiappini Giuseppe. Tra l’altro fu dorato il calice, comperato il messale per i morti ed una pianeta color viola. Cosi’ dopo tre mesi, la Chiesa fu riaperta al culto. “Per rinnovare lo spirito in questa villa” il parroco Don Alfredo Novelli decise di organizzare degli esercizi spirituali da farsi contemporaneamente ad Olmeto, per opera di P. Egidio Ricotta ed a Laturo dal Novelli parroco di Castel Trosino. L’idea di farli in contemporanea era dovuta al fatto che “l’accesso in Olmeto specie di notte e’ difficilissimo e impraticabile per le pessime strade e poi anche per la lontananza”..Le spese per gli esercizi spirituali a Laturo furono sostenute dalla “casa ospitale e generosa di Domenico Monti”… Durante l’attuazione degli esercizi a Laturo furono decise due cose. La prima fu l’istituzione dell’Associazione delle “Figlie di Maria”. Furono elette “Superiori” Maria di Giuseppe e Giuseppina Patacca mentre la “patronessa” non poteva che essere Maria Antonini moglie di Domenico Monti. Il compito di questa associazione era quello di mantenere viva la fede in Dio, di custodire il Santissimo Sacramento e mantenere accesa la Lampada Votiva. La seconda decisione spiritualmente piu’ importante , fu quella, di conservare il SS. Sacramento, nella chiesa di Laturo. “Sia perche mi e’ piu comodo da Settecerri portarmi a Laturo sia perche’ l’abitato di questa frazione e’ vicina alla chiesa, sia perche ho affidato la custodia della lampada alle fiiglie di Maria”. Don Novell iera del parere che il Sacramento ad Olmeto non si poteva conservare perche’ la chiesa, “resta proprio fuori di mano, non essendo di passaggio, non andandoci mai nessuno a farvi visita, perche’ la chiesa dista un 600 dall’abitato”. Gli anni successivi non presentano alcunche’ di particolare: le note seguenti sono segnalate solo per curiosita. Il 19 dicembre 1911 fu messa la serratura alla porta d’ingressa e comprati alcuni vetri che si erano rotti; nel 1912 fu’ comprata una rete metallica per transennare l’esterno della chiesa; nel 1913 una navicella, mentre il 15 giugno, 1915 furono acquistate le tendine color verde del confessionale. Il 19 settembre di questo stesso anno, con l’intento di “togliere”, l’umidita alla chiesa, fu eseguito uno sterro intorno alla stessa. Il lavoro inizialmente, fu fatto, da Sante di Sante ed Angelantonio Sabbatucci. : Duro’ tre giorni, fu pagato da Maria Monti ed Egidio Sabatini e fu terminato un mese dopo da Francesco De Simone. Il 1 ottobre furono acquistate le ampolline per la santa messa, L’8 dicembre fu riparato l’incensiere che si era rotto, mentre il giorno prima, festa dell’Immacolata concezione, furono venduti 2 anelli, il cui ricavato fu utilizzato, per le spese correnti della chiesa. Il 1917 si presenta invece ricco di particolari. Fu restaurato il ceppo della campana, furono fatti 2 banchi per le figlie di Maria e riparato il confessionale. All’interno della chiesa, per dare maggiore luce, fu’ aperta una finestra, mentre all’esterno, per agevolare la salita alla chiesa fu rifatta, la scalinata. Il lavoro, fu eseguito da Agostino Sabatucci aiutato da Giovanni Di sante. Fu anche comprato un nuovo tabernacolo, le stazioni della via Crucis e riparata la statua del patrono del paese che era stata interdetta da Maria Monti. Per adornare ulteriormente la chiesa, fuorono acquistate 2 sopra tovaglie, rossa e verde, del merletto per cornice nonche’ 2 lumi a petrolio, 6 candelieri di piombo, 2 tendine per finestre, e la carta gloria per l’altare maggiore. Gli abitanti donarono 12 candelieri dorati, e la croce, mentre michele monti dono’ una lampada che fu messa al centro della chiesa il 26 aprile 1918. Nel 1922 fu restaurata una porzione del tetto da de Simone Domenico, mentre il 26 giugno del 1924, furono tenuti gli esercizi spirituali sia a Laturo che ad Olmeto dal solito Ricotta Egidio il parroco. In occasione della festivita’ di S.Egidio, il 1 settembre 1926 Luigi Ticchiarelli di San Vito offri in onore del Santo la considerevole somma di lire 55. Nel 1932 fu comperato un nuovo messale, e la chiesa subi’ un restauro dal muratore Piccioni Domenico aiutato da Sabatucci Domenico di Settecerri. Successivamente, la chiesa perse notevolmente di importanza per la costruzione della cappellina dedicata alla Madonna di Loreto(la chiesa attuale), anche se Don Novelli .era del parere che la chiesa di S. Egidio…” e’ sempre un monumento della villa e percio’ deve essere conservato….” Il motivo della costruzione di un altro sito devozionale era ..”che la chiesa, e’ sita in cima ad una collina ed e’ battuta da venti specie di Tramontana..inoltre dista troppo dall’abitato e se bisogna qualcosa avoglia a chiamare….stando cosi’ le cose ho deciso di fare giu in paese una cappellina e sopra una stanza in caso che il parroco deve alloggiare senza scocciare a nessuno nel paese e servira per dire la S.Messa specie nell’inverno e per comodita’ per fare il catechismo altrimenti si puo’ pur suonare che non viene quasi mai nessuno”. E cosi la chiesa di S. Egidio cadde inevitabilmete in lenta ma costante rovina, anche se rimase luogo di sepoltura fino a verso la meta’ del 1900 e chi scrive queste righe ricorda la festa di S. Egidio 1963

Timoteo Galanti

 

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